Uno studio coordinato da ricercatori delle Università di Cambridge e di Exeter, pubblicato su “Nature Genetics”, ha scoperto che l’età in cui una donna va in menopausa è regolata da 44 regioni del DNA, la maggior parte delle quali contengono geni destinati a riparare vari danni al genoma che si possono formare con il passare del tempo; Inoltre ha anche fornito la prima prova genetica dell’esistenza di un collegamento – già rilevato in precedenti studi osservazionali – tra i tempi della menopausa e lo sviluppo del cancro al seno. Lo studio ha coinvolto ben 177 istituzioni universitarie e mediche di tutto il mondo che hanno analizzato il genoma di 70.000 donne di origine europea.
Con l’avanzare dell'età il DNA subisce numerosi danni, legati a errori di trascrizione, a fattori casuali e all’azione di sostanze tossiche. Le cellule hanno diversi meccanismi riparatori, ma se i danni sono troppi, la cellula degenera. Poiché i processi di danno e riparazione interessano anche le cellule che generano gli ovociti, una maggiore efficienza dei geni che presiedono ai meccanismi di riparazione del DNA si traduce in una maggiore longevità di queste cellule, in un più ampio pool di ovociti e quindi in un ritardo della menopausa. Infatti, le donne fumatrici vanno in menopausa in media da uno a due anni prima delle non fumatrici.
“Diverse donne oggi scelgono di avere una gravidanza più tardi nella vita, ma possono avere difficoltà a concepire naturalmente perché la fertilità inizia a diminuire almeno dieci anni prima della menopausa”, ha detto Anna Murray, coordinatrice dello studio. “La nostra ricerca ha aumentato considerevolmente la comprensione del meccanismo dell’invecchiamento riproduttivo nelle donne, e speriamo che questo possa portare allo sviluppo di nuovi terapie per evitare la menopausa precoce". Ma la ricerca ha anche trovato una conferma genetica al fatto che quanto prima arriva la menopausa naturale (ossia, in assenza di fattori tossici, come il fumo, che la anticipano), tanto minore è il rischio di cancro al seno. Ogni anno di “ritardo” della menopausa, stimano i ricercatori, aumenta il rischio di sviluppare il cancro al seno del sei per cento.
Questi dati sono solo apparentemente in contraddizione con il fatto che all’allungamento del periodo fertile concorre l’efficienza dei meccanismi di riparazione del DNA, che hanno un ruolo protettivo nei confronti dello sviluppo dei tumori. Lo studio dell’associazione fra varianti genetiche e rischio di cancro al seno ha infatti mostrato che l’aumento del rischio non è legato al gruppo di geni di riparazione ma a diversi altri geni coinvolti con il ritardo della menopausa, e al maggiore periodo di esposizione dell’organismo ad alti livelli di estrogeni che questo comporta.
Prof. RAFFAELE FERRARO
Ginecologia