Il perchè e legato all’aumento dei cicli effettuati con tecniche di crioconservazione e dei cicli effettuati con donazione di gameti. Per quanto riguarda invece i cicli con donazioni di gameti, dei 7.514 cicli con donazione di gameti, 1.582 cicli iniziati sono con donazione di seme, pari al 21,1%; 3.149 sono quelli con donazione di ovociti (freschi e congelati), pari al 41,9%; 2.783 sono quelli con embrioni, precedentemente formati da gameti donati e crioconservati, pari al 37,0%. I cicli che hanno utilizzato seme donato importato per un fattore di infertilità maschile sono stati 1.304, pari al 82,4% di tutti i cicli effettuati con donazione di seme, mentre i cicli eseguiti con donazione di ovociti per un fattore di infertilità femminile sono stati 3.035, pari al 96,4% del totale dei cicli con donazione di ovociti. C’è anche un altro dato sul quale riflettere. Infatti diminuiscono le gravidanze gemellari e anche le trigemellari, queste ultime in linea con la media europea nonostante una persistente variabilità fra i centri. Continuando, non bisogna trascurare il dato relativo all’età delle pazienti che si sottopongono a trattamento: rispetto al 2016 aumentano le donne con meno di 35 anni e le donne di età compresa tra i 35 ed i 39 anni, mentre diminuisce di quasi un punto percentuale la quota di pazienti con età maggiore o uguale a 40 anni. L’età media delle donne che si sottopongono a tecniche senza donazione di gameti a fresco è pari a 36,7 anni, valore più elevato rispetto alla media europea pari a 34.7 anni. Nella fecondazione con donazione di gameti l’età della donna è maggiore se la donazione è di ovociti (42,4 anni) e minore se la donazione è di seme (35,6). La maggiore età di chi accede ai cicli di donazione sembra indicare come questa tecnica sia scelta soprattutto per infertilità fisiologica, dovuta appunto all’età della donna e non per patologie specifiche.
Fonte Ministero della Salute