GINECOLOGIA e VOGLIA DI UN FIGLIO. Il rapporto tra terapie oncologiche e fertilità

Oggi accenniamo al rapporto tra terapie oncologiche e fertilità, sia maschile che femminile. Lo facciamo però in maniera non analitica, perché tratteremo più approfonditamente di questi temi dopo le vacanze estive. Chemio e radio hanno salvato e continuano a salvare milioni di vite ogni anno, ma sottoporsi a tali sedute potrebbe incidere sulla fertilità sia dell’uomo che della donna e quindi anche sulla condizione psicologica di costoro. E allora cosa fare in questi casi? Il Ministero della Salute, in un articolo apparso sul proprio portale, tratta esattamente della tutela della fertilità per questi soggetti e consiglia, in primis dei protocolli personalizzati tali da mantenere la funzione riproduttiva, senza tuttavia compromettere la sopravvivenza dei pazienti. Queste le principali strategie per preservare la fertilità nei pazienti sottoposti a terapie oncologiche. Per quanto riguarda l’uomo si consiglia la crioconservazione del liquido seminale e anche la crioconservazione di spermatozoi prelevati mediante aspirazione testicolare o epididimaria. Anche per la donna si parla di crioconservazione; in particolare: degli ovociti e del tessuto ovarico (anche se questa operazione è ancora in via sperimentale). Inoltre per preservare la fertilità nella donna è consigliabile anche la somministrazione di analoghi LH-RH, la terapia chirurgica conservativa e la trasposizione ovarica prima della radioterapia. Intendiamoci, noi, qui, abbiamo elencato tutte le possibili strategie per conservare la fertilità ma è chiaro che solo il ginecologo potrà decidere quali mettere in campo e quali no. Quindi da parte nostra non possiamo fare altro che consigliarvi di contattare il vostro medico.