Non riusciamo ad uscire definitivamente da questa maledetta pandemia che ci
perseguita da oltre un anno e mezzo. Certo, con i vaccini la situazione è
decisamente migliorata ma la guerra non è stata ancora vinta. Tra l’altro dai 0
ai 12 anni non è prevista alcuna vaccinazione. E allora sono tante le domande
da parte dei genitori di bambini/e che appartengono a questa fascia di età.
Diverse riguardano l’allattamento materno. E’ il caso di effettuarlo? E quando
eventualmente bisogna rinunciarvi? A fare chiarezza ci ha pensato il Tavolo
Tecnico Operativo Interdisciplinare per la promozione dell’allattamento (TAS) e
la sintesi è stata pubblicata recentemente sul sito del Ministero della Salute.
Secondo questo studio il latte materno rappresenta il top nutrizionale per l’infanzia.
Infatti esso ha un ruolo fondamentale per la crescita, sviluppo, salute
dell’individuo a breve termine (riduzione delle infezioni, migliore risposta
alle vaccinazioni) ed a lungo termine (minor rischio di obesità, malattie
cardiovascolari e immuno-mediate). Inoltre, “il latte materno si legge dal sito
salute.gov.it- ha una sua normale flora batterica e, in corso di malattia della
madre, il suo latte può contenere microorganismi patogeni, che nella grande
maggioranza dei casi non sono in grado di infettare il lattante. La
trasmissione dell’infezione, infatti, da madre a bambino col latte è evenienza
documentata con certezza solo per l’HIV e l’HTLV e più in generale,
l’allattamento viene sconsigliato quando non sia possibile la gestione separata
e sicura di madre e bambino”. Infine si sconsiglia sempre la separazione madre-lattante
a meno che la mamma non abbia bisogno di cure intensive. Quindi l’allattamento
va tutelato ogni qualvolta sia possibile, anche in corso di pandemia e,
l’eventuale indicazione per un’alimentazione con formula va fatta solo dopo
attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio di ciascuna opzione
alimentare e delle condizioni generali di salute della donna che allatta.
