Vaccinazione anti-HPV: numeri in calo a causa delle "difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia"

L’HPV che sta per ‘Human Papilloma Virus’ appartiene alla famiglia dei virus a dsDNA. Le infezioni da HPV sono estremamente diffuse nella popolazione e sono trasmesse prevalentemente per via sessuale. Abitualmente, l'infezione provocata da questo virus non causa nessuna alterazione e si risolve da sola. Se l'infezione, però dovesse prolungarsi, allora potrebbero insorgere malattie della cute e delle mucose. Un esempio è rappresentato dalla lesione mucosa a livello del collo dell'utero. La maggior parte di queste lesioni cervicali guarisce in forma spontanea, ma alcune, se non trattate in maniera adeguata, potrebbero progredire lentamente verso forme tumorali. Per questo motivo esiste la vaccinazione. Il Ministero della Salute ogni anno pubblica i dati di copertura nazionali e regionali proprio in relazione alla vaccinazione contro il Papillomavirus umano (HPV) nella popolazione femminile e maschile. L’inoculazione del vaccino anti-HPV è risultata molto efficace nel prevenire nelle donne il carcinoma della cervice uterina (collo dell’utero), soprattutto se effettuata prima dell'inizio dell'attività sessuale. La vaccinazione è gratuita e viene proposta alle bambine e ai bambini nel dodicesimo anno di vita (undici anni compiuti) in tutte le Regioni e Province Autonome italiane. Scorrendo il sito del Ministero della Salute, i dati delle coperture vaccinali (ciclo completo) 2020, sia per le femmine che per i maschi, mostrano un calo rispetto a quelle riferite al 2019. "Il decremento delle coperture può essere dovuto principalmente alle difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia. Il calo è stato quantificato in circa 10 punti percentuale per ciclo completo per le ragazze undicenni (coorte 2008 nel 2020). Per le ragazze quindicenni la copertura per ciclo completo è del 63,84% anche questa in diminuzione rispetto all’anno precedente (70,35%)". Si legge sul sito del Ministero della Salute.