'Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne'. Quando ad essere vittime di violenza sono le donne in dolce attesa. I rischi
Oggi si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un argomento di grandissima attualità visto anche l’aumento del numero di violenze dopo lo scoppio della pandemia. Secondo studi condotti sarebbero ogni giorno 89 le donne vittime di reati di genere in Italia. Nel 62% dei casi si tratterebbe di maltrattamenti in famiglia. C’è un altro dato, che arriva dall’Istat, che va sottolineato in questa piaga della violenza contro le donne. 15387 persone di sesso femminile in Italia hanno deciso di rivolgersi ad un centro antiviolenza e concordato con il personale della struttura un percorso personalizzato di uscita da questo vortice. Sono soprattutto vittime che vanno dai 30 ai 49 anni e che sono reduci da violenze, in particolare psicologiche, fisiche e da minacce. Purtroppo, tra le violenze commesse in danno alle donne ce ne è una che può creare problemi importanti ad un terzo essere umano. Quando infatti ci sono episodi negativi, accennati in precedenza, nei confronti di persone in attesa, ebbene, questi possono nuocere anche a chi è in procinto di essere messo al mondo. I danni possono essere anche irreparabili. Parliamo, infatti, delle seguenti conseguenze: aborto spontaneo, nascita di un feto morto, ritardo nell’assistenza prenatale, travaglio e parto prematuro, lesioni fetali e basso peso alla nascita. Ma più violenza, mai più violenza contro le donne.