Quando il medico si accorge che una
paziente può essere affetta da tale disturbo consiglia esami ormonali,
glicemia, insulinemia, ecografia pelvica, ma può anche optare per una terapia
mirata e suggerire alla sua paziente uno stile di vita corretto e la perdita di
peso. Va detto che la PCOS non è sinonimo di sterilità e si ricorre
all'induzione dell'ovulazione se la anovularietà è sistematica e unica causa di
sterilità. Inoltre, l’esercizio fisico (importante per ridurre la resistenza
insulinica) e la perdita di peso (utile a ridurre i livelli di insulina, di
SHBG e gli estrogeni), possono ripristinare l'ovulazione o favorire l’effetto
dei farmaci utilizzati per l'induzione dell'ovulazione.
Lo ribadiamo: stili di vita sani e corretti, acquisiti sin dalla più giovane
età, aiutano nella prevenzione di questa condizione clinica.
La Policistosi Ovarica meglio conosciuta come 'Sindrome dell'Ovaio Policistico'
Problemi vascolari, ormonali, neurologici oppure alcune malattie sistemiche possono provocare disfunzionalità erettile
Problemi vascolari, ormonali, neurologici oppure alcune malattie sistemiche quali, ad esempio, il diabete mellito possono provocare disfunzionalità erettile. Anche i giovani possono essere colpiti da tale incapacità ma, nella maggior parte dei casi, per loro si tratta di un’ansia da prestazione (fattore psicologico). Occhio anche ad alcol e fumo che non aiutano in tal senso, anzi possono incidere negativamente sulla prestazione sessuale. Cosa fare per evitare di incorrere in questo problema? Il mantenimento di un corretto stile di vita e la riduzione dei fattori di rischio, consente di limitare la possibilità di sviluppare tale patologia. Diagnosi: è necessaria un’anamnesi e un esame obiettivo volti a identificare: le possibili cause, le terapie farmacologiche concomitanti o le patologie a prevalente componente psico-relazionale interferenti con la funzione sessuale.
La toxoplasmosi in alcuni casi può colpire le donne in gravidanza
Ci sono però una serie di comportamenti e di pratiche che possono ridurre notevolmente il rischio di contrarre questa malattia. Uno studio che ha coinvolto diversi centri in Europa, tra i quali anche italiani indica tra le principali fonti di infezione nelle donne gravide il consumo di carne poco cotta. Dai risultati emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato.
Dunque è fondamentale che, chi svolge attività di giardinaggio o di coltivazioni lavi accuratamente le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi e frutta fresca, che dev’essere lavata molto ma molto bene sotto acqua corrente. Occhio ai gatti randagi (meno o quasi zero ai domestici alimentati con scatolette e che escono poco di casa) che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono defecare nel terreno rilasciando Toxoplasma anche per diverse settimane. Se una donna dovesse contrarre la toxoplasmosi in gravidanza si consiglia una cura antibiotica o una cura basata su una combinazione di antibiotici. Nel caso in cui il trattamento non sia stato adeguato o sia iniziato troppo tardi, il bambino potrebbe avere una malattia grave già visibile alla nascita.
Ginecologia. Il Citomegalovirus è diffuso a livello mondiale: un problema soprattutto per gli immunodepressi
Uno degli aspetti più importanti legato al Citomegalovirus, è rappresentato dalle infezioni congenite. Un’infezione contratta durante la gravidanza e trasmessa al feto può, infatti, arrecare al bambino danni permanenti anche gravi. Per quanto riguarda la sintomatologia la maggior parte degli individui sani, adulti o bambini, non manifesta sintomi e non si accorge dell’infezione. Se compaiono febbre, malessere e ingrossamento dei linfonodi, questi sintomi possono essere confusi con l’influenza o la mononucleosi infettiva e difficilmente vengono effettuati gli esami di laboratorio per accertarla. Se il CMV si sviluppa nei soggetti immunocompromessi allora possono subire 'sollecitazioni' tutti gli organi e, in particolare, il CMV può portare polmonite, retinite con alterazione della vista, ed encefalite.
L’infezione può essere trasmessa anche durante la gravidanza in una donna precedentemente sieronegativa, oppure quando si verifica una riattivazione del virus latente o per reinfezione con un nuovo ceppo di CMV in una donna che aveva già contratto l’infezione. Tra i sintomi transitori si segnalano in particolare l’epatosplenomegalia, la polmonite, l’ittero, le petecchie, il basso peso alla nascita e le convulsioni. I sintomi permanenti possono essere molto gravi e causare diverse forme di disabilità permanente come sordità neurosensoriale, deficit visivi, ritardo mentale, ritardo psicomotorio, microcefalia, deficit di coordinazione dei movimenti, epilessia. In alcuni bambini i sintomi compaiono mesi o anni dopo la nascita, e in questi casi i segnali più comuni sono la perdita dell’udito e della vista. La comparsa di disabilità permanenti è più probabile nei bambini che mostrano i sintomi già alla nascita. Il CMV può essere trasmesso dalla madre al neonato anche durante il parto (infezione perinatale) oppure attraverso l’allattamento (infezione postnatale).
Voglia di avere un figlio. Sempre più persone optano per la fecondazione assistita, aumento dei nati con PMA: più 72,6% rispetto a 10 anni fa
Continua la parabola discendente della natalità in Italia: solo 138mila nei primi cinque mesi del 2025 contro 278mila morti
Nel 2023 le nascite della popolazione residente in Italia sono state 379.890, 13mila in meno rispetto al 2022 (-3,4%). Per ogni 1.000 residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini, un altro record negativo dopo quello del 2022. In quasi 15 anni abbiamo perso quasi 200mila nascite: 576mila circa nel 2008 contro le 379mila del 2023.
Il calo delle nascite, oltre che dalla ormai stabile bassa tendenza ad avere figli (1,2 figli per donna nel
2023), è anche causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda,
convenzionalmente fissata tra i 15 e i 49 anni. Le donne comprese in questa fascia di età sono sempre
meno numerose.
Oggi, quelle nate dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta hanno ormai superato la soglia convenzionale dei 49 anni. Gran parte di quelle che ancora sono in età feconda appartengono all’epoca del cosiddetto baby-bust, ovvero sono nate nel corso del ventennio 1976-1995 durante il quale la fecondità scese da oltre 2 al minimo storico di 1,19 figli per donna.
E non finisce qui, perchè il trend dei primi mesi del 2024 non è migliore, sempre secondo l'Istat: nel periodo gennaio-luglio, le nascite sono diminuite, rispetto allo stesso periodo del 2023, di 4.600 unità (-2,1%).
Ginecologia. Scopriamo ed approfondiamo l'Herpes Genitale
Il secondo tipo invece provoca nella maggior parte dei casi l’Herpes genitale che oggi è la più diffusa patologia ulcerativa a trasmissione sessuale nel mondo.Tra l'altro l'HSV-2 fa lievitare il rischio di trasmissione del virus HIV. L'herpes viene trasmesso principalmente attraverso i rapporti sessuali. La maggior parte delle persone che contraggono l'herpes sono asintomatiche. Nei casi invece in cui è sintomatico si manifestano pruriti, bruciori, dolori nell’area genitale, dolori quando si urina, comparsa di vescicole singole o raggruppate nella zona genitale e anale, febbre, malessere generale, dolori muscolari, ingrossamento dei linfonodi inguinali, infiammazione del retto.
La diagnosi deve essere fatta da un medico che potrebbe servirsi anche di analisi e test di laboratorio. Quanto al trattamento medico da seguire non c'è una cura definitiva delle infezioni da Herpes genitalema durante la fase attiva l’infezione può essere efficacemente trattata con farmaci antivirali. Prevenzione: si consiglia utilizzare sempre il preservativo durante i rapporti sessuali che limita sensibilmente la possibilità di un eventuale contagio.





