In gravidanza. I motivi per cui alcol e droghe devono essere eliminati

Attenzione all'uso di alcol e droghe in gravidanza: deve essere assolutamente eliminato. Questo è il consiglio dei medici, dei ginecologi in particolare, alle donne che intendono intraprendere il percorso che le porterà a divenire mamme. Molti infatti sono i rischi. I principali sono l'aborto, malformazioni e danni cerebrali. Le conseguenze negative per il feto possono manifestarsi anche dopo anni, quando cioè il nascituro è diventato bambino. 

Secondo alcuni studi condotti, a seconda della sostanza stupefacente utilizzata durante la gravidanza possono esserci dei rischi correlati. Partiamo dall’utilizzo della cannabis. Essa può provocare al feto un ritardo nella crescita, un rischio di prematurità, un basso peso alla nascita e addirittura uno scollamento della placenta fino ad arrivare all’aborto. Ma non finisce qui perché potrebbe creare dei danni cerebrali, in particolare per ciò che riguarda la funzione cognitiva. Il bambino, crescendo, potrebbe soffrire, ad esempio, di agitazione eccessiva, difficoltà di attenzione e di memoria. Passiamo alla cocaina. Se si fa uso di essa in gravidanza si potrebbero verificare i seguenti rischi per il feto: ritardo di crescita intrauterina, malformazioni scheletriche, cardiovascolari, urogenitali e gastrointestinali. Inoltre si potrebbe andare incontro alla microcefalea, ad anomalie del sistema nervoso centrale, a problemi di udito e comportamentali. 

Chiudiamo con l’eroina che rappresenta uno degli stupefacenti più pericolosi in circolazione. Chi fa uso di questa sostanza in gravidanza rischia, rispettivamente per se e per il feto, l’aborto, la natimortalità, il ritardo di crescita intrauterina, la riduzione della circonferenza cranica e del volume cerebrale con possibili alterazioni dello sviluppo cognitivo. Se il feto si salva dai rischi appena citati può incorrere in qualche difetto cardiaco e/o può risultare affetto da sindrome da astinenza fetale. Per qualsiasi informazione tu abbia bisogno puoi contattare il Centro Iatropolis-Genesis Day Surgery (0823 325388), specializzato in ginecologia ed in fecondazione assistita, diretto dal dottore Raffaele Ferraro. Ricordiamo che i trattamenti per la Procreazione Medicalmente Assistita nel solo anno 2022 sono stati circa 700. Ci troviamo a Caserta alla via De Falco.

Difetto congenito presente già alla nascita che coinvolge la colonna vertebrale: la spina bifida

Oggi ci occupiamo di un tema delicato ed importante: la spina bifida. Si tratta di un difetto congenito presente già alla nascita in cui la colonna vertebrale è aperta (bifida) a causa di un'incompleta chiusura delle parti che costituiscono il canale spinale. Il midollo spinale può essere coinvolto in misura variabile. E’ un difetto del tubo neurale (DTN). Questi difetti rappresentano delle malformazioni del sistema nervoso centrale (costituito dal cervello e dal midollo spinale) dovute ad una chiusura anomala del tubo neurale durante le prime fasi dello sviluppo del feto. 

Nel complesso, i DTN sono determinati da cause diverse: genetiche, ambientali e nutrizionali. La spina bifida in alcuni casi può portare alla morte prematura del feto, in altri problemi a livello cerebrale. In altri ancora non porta importanti conseguenze. L’idrocefalo invece è una condizione in cui si ha un accumulo di liquido cefalorachidiano a livello dei ventricoli cerebrali che si dilatano. La complicanza è l'ipertensione intracranica che causa danni al tessuto cerebrale. In Italia si verificano circa 6 casi per 10.000 persone ogni anno (di cui il 50% è rappresentato da casi di Spina Bifida). 

La formazione della spina bifida e di altri difetti del tubo neurale (DTN) è molto influenzata da fattori ambientali e dallo stile di vita. Una giusta alimentazione, l'assunzione di acido folico (vitamina B9), il mantenimento di un peso normale e il controllo della glicemia sono molto importanti nella prevenzione di queste malattie malformative. E’ stato dimostrato che una corretta integrazione di acido folico prima del concepimento e nei primi mesi di gravidanza può ridurre fino al 70% il rischio di eventuali difetti del tubo neurale.

Voglia di avere un figlio. Azoospermia e moderne metodiche di fecondazione in vitro: il collegamento

L'infertilità non colpisce solo il sesso gentile ma anche quello maschile e può avere tante cause. Una di queste è senza dubbio l'azoospermia. Abitualmente sono due le ragioni principali per cui un uomo può soffrirne:

Azoospermia ostruttiva: gli spermatozoi sono prodotti dai testicoli, ma non sono in grado di essere rilasciati nel liquido seminale a causa di un blocco nel tratto riproduttivo. Ad esempio, dopo una vasectomia, un uomo ha azoospermia ostruttiva perché gli spermatozoi ci sono, ma sono bloccati. A volte, i dotti deferenti possono essere assenti. Questo è un difetto genetico e può essere causato dal gene della fibrosi cistica. Altri esempi di blocchi sono nell’epididimo e nel dotto eiaculatorio o lesioni dei dotti deferenti dal precedente intervento chirurgico, come una riparazione di ernia.
Azoospermia non-ostruttiva: Spermatozoi o non sono prodotti, oppure sono prodotti in tali bassi livelli che non riescono a raggiungere la fine del tratto riproduttivo. Gli esami del sangue e test genetici sono di solito raccomandati e possono aiutare a determinare la causa di azoospermia non ostruttiva.

Le moderne metodiche di fecondazione in vitro (IVF) rendono ora possibile iniettare un singolo spermatozoo e utilizzarlo per fertilizzare direttamente un uovo. Grazie alle ultime tecniche chirurgiche di recupero di spermatozoi, in combinazione con ICSI e FIVET, anche l'infertilità maschile può essere superata in quegli uomini che producono rarissimi spermatozoi. Un basso numero di spermatozoi è una causa comune d’infertilità maschile, ma se un uomo produce anche rari spermatozoi, questi possono essere recuperati abbastanza facilmente. Il Centro Iatropolis-Genesis Day Surgery è leader per ciò che riguarda la fecondazione assistita con tecniche da sempre all’avanguardia. Per saperne di più puoi contattare lo 0823 325388. 

In foto il nostro Direttore Sanitario, dottore Raffaele Ferraro con l'Assessore all'Agricoltura della Regione Campania, dott. Nicola Caputo

Giornata dell'Endometriosi: solo in Italia quasi 2 milioni di donne convivono con questa malattia

Il 28 marzo scorso, si è svolta, come ogni anno, la ‘Giornata Mondiale dell’Endometriosi’ istituita nel 2014 per mettere l'accento su una malattia, che, in alcuni casi, può essere fortemente invalidante per le donne che ne soffrono. Essa colpisce il 10%-15% delle donne in età riproduttiva. Secondo i più recenti dati ufficiali del Ministero della Salute, in Italia circa 1.800.000 donne convivono con una diagnosi di endometriosi (con prevalenza pari a 1,4% della popolazione femminile tra 15-50 anni). Si stima che il 30-40% delle donne che soffrono di endometriosi possa riscontrare problemi di fertilità o subfertilità.

Ma cosa è l’endometriosi? Essa è caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. Il tessuto endometriosico è estrogeno-dipendente e può andare incontro a processi infiammatori acuti e cronici, che potrebbero coinvolgere altri organi, non solo pelvici. L’ormono-dipendenza giustifica la regressione della malattia endometriosica con la menopausa o negli stati di amenorrea. A seconda di dove si trova l'endometriosi può portare a: lesioni ovariche, lesioni peritoneali superficiali e lesioni peritoneali profonde. In diversi casi le lesioni possono anche coesistere: Non di rado tale patologia è collegata all’infertilità e può frequentemente esserne la causa principale. E’ sempre opportuno effettuare dei controlli periodici dal ginecologo soprattutto se la donna è intenzionata a voler concepire.L'endometriosi può determinare frequentemente sterilità, generalmente accompagnata da una significativa riduzione della riserva ovarica, con aumentata incidenza di deficit ovarico e menopausa precoce. Nella scelta del trattamento si deve tenere in considerazione anche l’età della donna e il relativo potenziale di fertilità.Ma è necessario rivolgersi al ginecologo.

Infertilità, crisi della coppia, stabilità economica: denatalità in aumento. Il ruolo importante della Fecondazione Assistita

Oggi, più di ieri, sono lievitati i casi di infertilità e le nascite continuano a cadere in picchiata in Italia per una serie di fattori, uno dei quali legato all’età. Fino a qualche decennio addietro, infatti, si diventava genitori più frequentemente tra i venti ed i trent’anni. Nella società odierna l’età si è alzata per fattori economici, sociali o familiari e questo sta comportando, come detto, un calo della natività legato, nella maggior parte dei casi, all’infertilità che può colpire l’uomo, la donna o entrambi. Ecco perché oggi, di più rispetto a 20 anni fa la fertilità va preservata sin dall’infanzia. 

A volte, fortunatamente, banali infezioni contratte nell’infanzia e durante la giovane età, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità. Come spiegavamo in precedenza il lavoro, la realizzazione nella società o altre problematiche tendono a rimandare la nascita di un figlio. Ogni donna nasce con un numero predefinito di cellule uovo (riserva ovarica) che, con il passare del tempo, si riduce fino ad esaurimento. Per questo motivo la fertilità delle donne diminuisce a partire dai 30 anni con un calo molto significativo dopo i 40. Oggi, si stima che circa il 15% delle coppie sono infertili (nel senso che dopo un anno, a volte due, di rapporti regolari e non protetti non sono riuscite a concepire). Il fumo, l’obesità o l’eccessiva magrezza, diverse sostanze ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi, la sedentarietà e l’uso di sostanze dopanti rappresentano alcuni tra i principali fattori di rischio. 

Ma ci sono anche le infezioni sessualmente trasmesse che possono condizionare e non poco. Nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva. Sono aumentate, nelle donne, le alterazioni tubariche, le malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie. Negli uomini, invece, sono lievitate le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche. Quando l’infertilità colpisce una coppia, oltre alle terapie del caso che vanno stabilite con il proprio medico e che possono ‘sbloccare’ la situazione, si può tentare con la Fecondazione Assistita che sta avendo sempre più successo. Il Centro Iatropolis-Genesis Day Surgery di Caserta, diretto dal Dottore Raffaele Ferraro, rappresenta un’eccellenza in tal senso. Nel 2024 la struttura ha effettuato quasi 700 trattamenti per ciò che riguarda la Procreazione Medicalmente Assistita. Questi dati collocano Iatropolis-Genesis Day Surgery tra i centri più produttivi dell’Italia intera.

L’esposizione per lungo tempo a sostanze chimiche o a radiazioni può condizionare la fertilità

La fertilità va custodita e preservata gelosamente in un mondo, quello odierno, dove si corre molto e ci sono, purtroppo, poche certezze. Alcuni fattori ambientali, ad esempio, possono determinare infertilità, soprattutto se si viene a contatto con essi nelle fasi della vita più delicate come lo sviluppo intrauterino, l’infanzia e l’adolescenza, in cui l’organismo è in continuo cambiamento. Ma questi fattori ambientali potrebbero, una volta che siamo diventati adulti, essere la causa anche di alcune patologie andrologiche e ginecologiche, di alcuni tumori e di malformazioni del sistema riproduttivo. Di conseguenza dobbiamo fare grossa attenzione a dove trascorriamo il nostro tempo. Oggi parliamo dell’esposizione cronica, per motivi di lavoro, a sostanze chimiche o a radiazioni che possono influire negativamente sulla fertilità. L’esposizione ambientale a sostanze chimiche, infatti, può rappresentare un rischio importante per la salute riproduttiva. Per questo risulta di primaria importanza l'attuazione di misure preventive oltre che un controllo periodico della fertilità. Inoltre, è fondamentale rispettare e far rispettare le condizioni di lavoro che garantiscono la sicurezza di operatori ed operatrici ed è, infine, consigliabile effettuare delle visite andrologiche e ginecologiche periodiche per monitorare l'effetto di tali sostanze chimiche sullo stato di salute riproduttiva.

Fumo in gravidanza: i neonati potrebbero sviluppare una sindrome da astinenza

Il fumo di tabacco da parte delle donne in gravidanza espone i nascituri alla nicotina, con la possibilità che essi manifestino, alla nascita, i segni della sindrome da astinenza (irritabilità, tremore, turbe del sonno). A lungo termine, invece, il tabacco può causare deficit comportamentali, un quoziente intellettivo più basso ed un disturbo da deficit di attenzione.

Uno studio condotto, qualche anno fa in Spagna ha evidenziato che, in bambini nati da madri che hanno fumato in gravidanza, la manifestazione di sintomi come irritabilità e tremore entro le prime 24-48 ore dalla nascita è correlata alla concentrazione di nicotina rilevata nelle urine e nei capelli dei neonati.

Con la nascita, infatti, il neonato non è più esposto alla nicotina contenuta nel sangue materno e, per questo motivo, sperimenta una vera e propria sindrome da astinenza dopo uno o due giorni.
Un fenomeno analogo si presenta quando una madre che fuma durante il periodo dell'allattamento smette di allattare il proprio bambino, anche se con effetti minori rispetto all'assunzione di nicotina in gravidanza. In questi casi i sintomi dell'astinenza compaiono spesso subito dopo lo svezzamento, e vengono quindi confusi con coliche.

Il consumo di tabacco in gravidanza trasforma praticamente il feto in un fumatore passivo, esponendolo a tutti gli effetti nocivi del fumo e all'aumento del rischio di sviluppare asma bronchiale, infezioni respiratorie, deficit neurologici e cardiaci.

Le fumatrici gravide hanno inoltre una maggiore probabilità di dare alla luce neonati di basso peso, in quanto la nicotina ha un potente effetto vasocostrittore che comporta una riduzione dell'apporto di sangue alla palcenta, mentre studi epidemiologici hanno rilevato un'associazione tra il fumo passivo e la "morte improvvisa del lattante" (anche conosciuta come "morte in culla" o "SIDS"), ritenendolo quindi una delle cause che concorrono all'insorgenza di questa temibile sindrome.
Alla luce di questi dati, è giusto che le fumatrici gravide siano informate di tutti i potenziali rischi che il fumo in gravidanza comporta per la salute del proprio bambino. E' necessario innanzitutto che, sia la donna gravida che il partner abbandonino l'abitudine al fumo e, in secondo luogo, evitare il più possibile l'esposizione del nascituro ad ambienti contaminati dal fumo di tabacco.