Se ne sta parlando anche in quest'ultimo periodo della cannabis e dei suoi effetti. Recentemente l'argomento è stato ritrattato dal Ministero della Salute. E’ oramai evidente come negli ultimi anni sia drasticamente aumentata l’infertilità maschile. Da recenti studi è emerso che una delle possibili cause possa essere l’eccessivo consumo di cannabis. Nel dettaglio si è visto che all’interno dell’organismo è presente un sistema endogeno, il sistema endocannabinoide (ECS), composto da alcuni recettori (CB1 e CB2). Questi ultimi, normalmente, vengono attivati da alcuni mediatori lipidici ovvero i ligandi endogeni. Il fitocannabinoide Δ9- tetraidrocannabinolo (Δ9-THC), principio attivo della cannabis sativa, è riconosciuto dai reccettori esattamente come un ligando endogeno ed innesca una risposta anomala che altera il fisiologico andamento dell’ECS. CB1e CB2 sono espressi principalmente nel sistema nervoso centrale, nel sistema immunitario, nei tessuti periferici ed in entrambe le gonadi (ovaio e testicolo).
In passato si è evidenziato un coinvolgimento dell’ECS sia nella spermatogenesi, cioè il processo di formazione delle cellule germinali maschili (spermatozoi), sia nell’acquisizione della motilità spermatica e sia nella reazione acrosomiale senza la quale non può esserci la fecondazione.
In conclusione, l’assunzione di Δ9-THC, agendo sul sistema endocannabinoide può alterare la fisiologica funzione riproduttiva maschile.