Fecondazione Assistita. In media le donne sopra i 36 anni si rivolgono ai Centri PMA, ma è importante anche l'età dell'uomo

Aumentando lo stress, legato alla 'nuova sofferente vita' (speriamo quanto più temporanea possibile) che deve fare i conti con il coronavirus, diminuiscono anche le possibilità di rimanere incinta. Secondo uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità (pre covid), l'infertilità è un fenomeno in crescita che riguarda circa il 15-20% delle coppie, ed è determinato da diversi fattori. Alcuni fattori sono molto importanti come l'età avanzata, l'uso di droghe (compreso il cosiddetto doping, cioè l'uso di steroidi anabolizzanti nello sport ma anche per il body-building), l'abuso di alcool, il fumo, le infezioni sessuali, l'obesità o la magrezza eccessiva (portano entrambe a squilibri ormonali e mestruali). Tali fattori portano a condizioni cliniche che possono causare infertilità. Ma non bisogna perdere la speranza. Infatti, grazie alla fecondazione assistita (Il Centro Iatropolis-Genesis Day Surgery di Caserta è tra le aziende leader nel settore a livello nazionale, tante donne riescono a diventare mamme. Tornando allo studio dell’Istituto Superiore della Sanità l’età media delle donne che si rivolgono ad un centro di PMA è addirittura in aumento; passa dai 35,4 anni nel 2005 ai 36,7 anni nel 2017. Naturalmente, per ciò che riguarda il discorso dell’infertilità è importante anche l’età dell’uomo. Studi dimostrano un declino della fertilità maschile correlata all’età. Un prima riduzione della qualità dello sperma inizia già dopo i 35 anni (ed è significativa dopo i 40 anni) ed è correlata spesso ad una maggiore incidenza di aborti spontanei, indipendentemente dall’età della donna. Gli studi più stringenti sono stati condotti sulle coppie infertili, ma anche le prime ricerche condotte sulla popolazione generale hanno dimostrato un aumento del tempo di attesa di una gravidanza nelle coppie in cui l’uomo ha più di 35 anni.