La costante incapacità a raggiungere e/o a mantenere un’erezione tale da portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente viene definita disfunzione erettile. Un gruppo di scienziati di una università statuynitense ha analizzato il tessuto del pene di due pazienti Covid guariti, entrambi over 60, affetti da disfunzione erettile. Stando a quanto riportato da una rivista americana, i ricercatori hanno scoperto che virus erano ancora presente nel tessuto del pene analizzato più di sei mesi dopo che i pazienti si erano ammalati. Non solo, ma approfondendo sembra che il covid, contratto in una forma abbastanza grave possa sviluppare in alcuni pazienti disfunzione erettile anche dopo la guarigione perchè il virus oltre a poter danneggiare i vasi sanguigni e gli organi interni, potrebbe, secondo questi studi, bloccare il flusso di sangue ai genitali. Per quanto riguarda le altre cause che possono portare a tale disturbo, esse sono per lo più di natura organica e/o psicologica. Problemi vascolari, ormonali, neurologici oppure alcune malattie sistemiche quali, ad esempio, il diabete mellito possono provocare disfunzionalità erettile. Anche i giovani possono essere colpiti da tale incapacità ma, nella maggior parte dei casi, per loro si tratta di un’ansia da prestazione (fattore psicologico). Occhio anche ad alcol e fumo che non aiutano in tal senso, anzi possono incidere negativamente sulla prestazione sessuale. Cosa fare per evitare di incorrere in questo problema? Il mantenimento di un corretto stile di vita e la riduzione dei fattori di rischio, consente di limitare la possibilità di sviluppare tale patologia. Diagnosi: è necessaria un’anamnesi e un esame obiettivo volti a identificare: le possibili cause, le terapie farmacologiche concomitanti o le patologie a prevalente componente psico-relazionale interferenti con la funzione sessuale.