Consumo di alcol in gravidanza può causare la 'Sindrome Feto-Alcolica' con conseguenze negative per il nascituro

Lo scorso 9 settembre si è svolta la 24esima edizione della ‘Giornata Mondiale’ dedicata alla sindrome feto-alcolica e disturbi correlati per porre l’attenzione sui rischi legati all’alcol in gravidanza. La sindrome feto-alcolica è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto, esposto durante la vita intrauterina all’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza. Oltre a questa si possono verificare una varietà di anomalie strutturali e disturbi dello sviluppo neurologico, che possono portare a disabilità comportamentali e neuro-cognitive. Tali alterazioni si possono presentare con modalità diverse tali da comportare un ampio spettro di disordini che vengono ricompresi nel termine FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorder). La sindrome feto-alcolica si può prevenire totalmente, ma è indispensabile che i ginecologi in particolare diano alle donne in attesa e in età fertile tutte le info necessarie per capire quali possano essere le conseguenze del consumo di alcol. Molte future mamme sono, infatti, erroneamente convinte che il consumo di vino, birra, liquori, aperitivi alcolici o superalcolici, in maniera saltuaria e moderata, non comporti problemi per il feto. In realtà, non esiste una dose sicura da assumere durante la gravidanza e l’astinenza è l’unica indicazione da dare e seguire. I primi 1000 giorni di vita, dal concepimento ai due anni del bambino, sono fondamentali per il suo sviluppo fisico e psichico. Gli interventi preventivi, protettivi o curativi realizzati con tempestività in questa primissima fase determinano risultati importanti non soltanto per il bambino e l’adulto che sarà, ma anche per i genitori.