Il rischio di trasmissione della sifilide in gravidanza

E' una delle infezioni più diffuse al mondo di tipo batterico. Stiamo parlando della sifilide. Essa si trasmette attraverso ogni tipo di rapporto sessuale e con il sangue. La sifilide può essere contratta dopo la nascita, pre nascita o conntale (acquisita attraverso il passaggio via canale del parto). "Il rischio di trasmissione madre-feto - si legge sul sito Epicentro dell'Istituto Superiore della Sanità- è basso prima del 3° mese e aumenta con il progredire della gestazione, il fattore più importante nel determinare la probabilità di trasmissione verticale è lo stadio della sifilide nella mamma: probabilità alta in caso di madre con sifilide primaria o secondaria, intermedia in caso di madre con infezione latente, bassa in caso di infezione tardiva. La gravità dell’infezione fetale non trattata è tanto maggiore quanto più precoce è l’infezione. Oltre la sifilide congenita, le conseguenze includono complicanze ostetriche quali l’aborto tardivo, la morte in utero, l’idrope fetale, il ritardo della crescita e il parto pretermine". Abbiamo diversi stadi per ciò che riguarda i sintomi: primario, secondario, latente, tardivo e congenito. Per capire se si ha o meno la sifilide è necessario effettuare i test sierologici e treponemici. La cura per guarire si basa sugli antibiotici in particolare la penicillina molto efficace nelle donne in gravidanza e anche per prevenire la trasmissione al feto. Fino a guarigione completa la donna dovrà astenersi dal compiere qualsiasi atto sessuale. Per prevenire la sifilide è necessario utilizzare, con i partner occasionali, sempre il preservativo.