E’ un momento particolarmente delicato e difficile per tutti. La pandemia da coronavirus ha prodotto purtroppo oltre 36mila vittime in Italia e non si ferma. A ciò va aggiunta una nuova crisi economica che ha colpito l’Italia e i drammi sociali ai quali oramai stiamo assistendo. Queste le situazioni che vengono giustamente portate in primo piano dai media. Ma accanto a queste difficoltà ce ne sono altre che cadono in secondo piano. Ad esempio il coronavirus può rappresentare un “fattore di rischio aggiuntivo” per le donne in gravidanza o che hanno appena partorito. “La paura del covid 19 – si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità- e la riduzione dei contatti con gli altri vanno, infatti, a sommarsi alle difficoltà emotive che possono verificarsi in questa fase della vita. La depressione post-partum colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio, con tristezza senza motivo, irritabilità, facilità al pianto, sensazione di non essere all’altezza”. L'ISS sul suo portale ha pubblicato delle indicazioni in tal senso. Tra i vari punti descritti dal programma sono previsti l’attuazione di screening precoci per l’identificazione del rischio ansioso-depressivo anche da parte di ginecologi, ostetriche o pediatri, ed interventi portati avanti dai consultori o dall'ospedale attraverso incontri individuali o di gruppo, anche tramite piattaforme online e servendosi dell’aiuto di App telefoniche. Dunque un aspetto molto importante questo che non deve essere assolutamente sottovalutato.