Nascite a picco in Italia: -3,4% nel 2023 e -4600 nati nei primi sette mesi del 2024

Non si arresta in Italia il processo di denatalità. Ma se fino a qualche anno fa il Mezzogiorno compensava i cali delle nascite del Nord e del Centro, adesso proprio non accade più. Anzi secondo i dati ISTAT del 21 Ottobre 2024, dal 2008 ad oggi, i primi figli del Sud sono calati del 27,5%, i secondi addirittura del 34,5%. In generale il quadro non è affatto positivo. Nel 2023 le nascite della popolazione residente in Italia sono state 379.890, 13mila in meno rispetto al 2022 (-3,4%). Per ogni 1.000 residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini, un altro record negativo dopo quello del 2022. In quasi 15 anni abbiamo perso quasi 200mila nascite: 576mila circa nel 2008 contro le 379mila del 2023.
Il calo delle nascite, oltre che dalla ormai stabile bassa tendenza ad avere figli (1,2 figli per donna nel
2023), è anche causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda,
convenzionalmente fissata tra i 15 e i 49 anni. Le donne comprese in questa fascia di età sono sempre
meno numerose. Oggi, quelle nate dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta hanno ormai superato la soglia convenzionale dei 49 anni. Gran parte di quelle che ancora sono in età feconda appartengono all’epoca del cosiddetto baby-bust, ovvero sono nate nel corso del ventennio 1976-1995 durante il quale la fecondità scese da oltre 2 al minimo storico di 1,19 figli per donna.
E non finisce qui, perchè il trend dei primi mesi del 2024 non è migliore, sempre secondo l'Istat: nel periodo gennaio-luglio, le nascite sono diminuite, rispetto allo stesso periodo del 2023, di 4.600 unità (-2,1%).