L’ insorgenza della stitichezza, durante la gravidanza, così come quella di molti altri piccoli fastidi, è legata alle modifiche ormonali indotte dalla gestazione, assieme naturalmente alle mutate dimensioni dell’utero che praticamente occupa quasi tutto lo spazio della cavità addominale. È il progesterone il responsabile numero uno della pigrizia intestinale in gravidanza. Se da una parte questo ormone ha il compito importante di tenere a bada le contrazioni uterine, dall'altra ha un’azione rilassante delle fibre muscolari. La sua azione miorilassante, quindi, non è limitata all'area genitale ma estesa un po' a tutti i muscoli del corpo, compresa la giunzione gastroesofagea (reflusso, bruciori, acidità di stomaco), la muscolatura intestinale (stitichezza) e quella involontaria che riveste le pareti dei vasi (vene varicose, ritenzione idrica, emorroidi). Nelle prime settimane di gestazione agli alti livelli di progesterone può aggiungersi la spontanea riduzione dell'assunzione di frutta e verdura, causata dalle nausee. Ciò può sottrarre ulteriori liquidi all'intestino, aggravando il rischio di stitichezza. Con il proseguo della gestazione, a partire dal terzo/quarto mese, l'aumento di volume dell'utero costituisce un ulteriore ostacolo al passaggio delle feci.
Nell'ultimo trimestre di gravidanza l'aumento dei livelli circolanti di aldosterone rappresenta un nuovo e prezioso alleato della stitichezza. Quest'ormone aumenta infatti l'assorbimento di liquidi ed elettroliti, rallentando ulteriormente il transito intestinale. Per tutti questi motivi, in linea generale, la stitichezza non insorge bruscamente durante la geavidanza, ma tende ad aggravarsi con il sopraggiungere del parto. A fare il punto sulle strategie per alleviare la stitichezza sono le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità per un'esperienza positiva della gravidanza, rilasciate a novembre 2016. La prima indicazione è quella di bere di più. In gravidanza aumenta il fabbisogno di acqua e, se non se ne assume abbastanza, le feci si induriscono e diventano ancora più difficili da espellere. I classici 2 litri al giorno sono raccomandati soprattutto adesso: anzi, meglio arrivare anche a 2,5 litri! Un valido aiuto per combattere in modo naturale la stitichezza in allattamento e gravidanza proviene sicuramente da un’alimentazione corretta. Un alimento che non dovrebbe mai mancare in tavola sono le verdure e la frutta che, ricchi di fibre, aiutano il corretto transito intestinale.
Infine, anche il moto dà sicuramente una mano. Una camminata di mezz’ora al giorno, ma anche un po’ di ginnastica o altro sport (da concordare col ginecologo) aiutano i movimenti peristaltici dell’intestino. L'atto del camminare, in particolar modo, stimola la motilità intestinale e favorisce il ritorno del sangue venoso al cuore, limitando, tra l'altro, il rischio di altri spiacevoli disturbi come vene varicose, gonfiori ed emorroidi. Se questi accorgimenti non fossero sufficienti è bene consultare il medico, che potrà consigliare blandi lassativi, dalle mucillagini al lattulosio, che richiamando acqua nell’intestino, ammorbidiscono le feci facilitandone la naturale espulsione senza creare tensione e crampi addominali, dolori e malessere. E' sconsigliabile ricorrere con troppa sufficienza ai purgativi; innanzitutto perché nessun lassativo riesce a risolvere il problema della stitichezza in modo definitivo ma tende semplicemente a rimandarlo con inevitabile assuefazione psicofisica; in secondo luogo perché la scelta di un medicinale sbagliato potrebbe avere cattive ripercussioni sul normale proseguimento della gravidanza. Il consulto con il proprio ginecologo è quindi d'obbligo, specie quando la stitichezza non si risolve con la semplice terapia dietetica e comportamentale.